mercoledì 4 dicembre 2013

TORTA DI CIOCCOLATO E CASTAGNE

Il castagno in italia è molto diffuso, si trova in particolar modo in Piemonte, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia, negli ultimi decenni la castanicoltura ha vissuto un riscosso un rinnovato successo, questa attività indubbiamente impegnativa ma altrettanto proficua infatti era stata pressoché abbandonata, ma vuoi per la crisi che aguzza l'ingegno, vuoi per il "ritorno alle origini" degli ultimi anni, che determina il riscoprire di attività contadine e rispolverando tradizioni colturali e culturali del passato, i vecchi castagneti son stati curati, potati e resi di nuovo "fruttuosi" riavviando una microeconomia legata ai più pregiati marroni ed alle castagne.
Questi frutti sono ricchi di amido, molto nutrienti ed energetici, contengono una buona quantità di sali minerali quali: potassio (antisettico), fosforo (calcificante), magnesio che è fondamentale per il buonumore essendo responsabile di molti processi metabolici importanti. Elemento importantissimo per curare l'eccessiva magrezza, in casi di anemia ed in gravidanza in virtù del suo apporto di acido folico.
Ed ora perché non abbinare questo prezioso frutto, ad uno degli alimenti da me preferiti: la cioccolata ?!

Gli ingredienti per 4 persone:
  • 600 gr. di castagne;
  • 3 uova;
  • 200 gr. di farina;
  • 200 gr. di zucchero;
  • 250 gr. di ricotta;
  • 100 gr. di cioccolato fondente;
  • 1/2 bicchiere di latte (oltre a quello per cuocere le castagne);
  • 1/2 bicchiere di olio di semi;
  • 1 bicchiere di rhum;
  • 1 bustina di lievito;
  • zucchero a velo.
Si inizia con la parte più "rognosa" da delegare, se possibile, alla vicina rompi scatole, al figliolo che si annoia, al marito etc. etc.   e cioè alla sbucciatura delle castagne, per poi bollirle in metà acqua e metà latte in circa 30/40 minuti saranno pronte. Dopodiché  le scolate, togliete la pellicina e schiacciatele.
In una ciotola sbattere le uova con lo zucchero ed unire lentamente il mezzo bicchiere di latte, l'olio, il rhum, la ricotta ed infine le castagne.
Amalgamare bene il composto, se volete anche con l'ausilio delle fruste elettriche, nel frattempo sciogliete il cioccolato a bagnomaria ed unitelo al composto.
Setacciare farina e lievito insieme, ed aggiungeteli all'impasto.
Versate il tutto in una teglia da 26 imburrata ed infarinata e cuocete a 150° per circa 50 min.
Cospargete di zucchero a velo e...
Buona merenda! 




venerdì 22 novembre 2013

FOTOGRAFIA NATURALISTICA

Martin Pescatore
Oggi girovagando tra un profilo e l'altro di facebook, mi imbatto in questa meravigliosa foto che immortala un Martin Pescatore, resto evidentemente molto colpita dalla bellezza di questo scatto e del soggetto ritratto, il MI PIACE è assicurato, ma voglio saperne di più. Questa ed altre incantevoli foto sono state scattate da Tiziana D'Arcangelo, la quale per hobby si diletta con la fotografia naturalistica. Questo è un genere praticato da professionisti, ma non solo, e richiede indubbiamente molta pazienza, poiché lo scopo primario è ritrarre soggetti florofaunistici nel loro habitat, senza interferire in alcun modo con l'ecosistema, senza lasciare traccia di sé.
Airone Bianco Maggiore
Il segreto è immedesimarsi, diventare un tutt'uno con il luogo circostante, ascoltarne la vita brulicante, e al momento giusto immortalarla; questo è l'unico modo per rappresentare e racchiudere in un solo scatto, l'intrinseca bellezza della natura.
Garzetta
A parer mio una peculiarità indispensabile che non deve mai mancare in chi per mestiere, o per puro divertimento, si imbatte in questa attività, è sicuramente una particolare sensibilità ed una coscienza etica di un certo spessore. Non sono semplici foto, è cultura di estrema fruibilità, è divulgazione di conoscenza e consapevolezza che c'è tanto da scoprire, che a poca distanza da casa, dall'ufficio c'è un mondo di colori mai visti tra le grigie mura della città, tra lo smog delle automobili; alzate lo sguardo verso il cielo, scrutate le fronde degli alberi, e scoprite quanta diversità, quanta ricchezza abbiamo intorno a noi. Grazie alle foto di Tiziana oggi ho scoperto che posso vedere con i miei occhi le piume smeraldo del Martin Pescatore, il piumaggio bianco neve dell'Airone Bianco Maggiore, l'inconfondibile Pettirosso. Lo stupore maggiore è stato sapere che queste spettacolari ambientazioni, che incorniciano una gran varietà di volatili, non sono altro che il Centro Habitat Mediterraneo LIPU Ostia. Ancora una volta una conferma che il nostro territorio ha molto da offrire, a noi non resta che guardarci intorno e andare alla scoperta !

Un particolare ringraziamento a Tiziana per la cortese concessione del materiale fotografico.
Pettirosso


martedì 19 novembre 2013

BENESSERE ..... DI STAGIONE !

Carissimi lettori, sapete quanto sia importante, specialmente in questo periodo dell'anno che l'influenza e i malesseri legati all'apparato respiratorio sono in agguato, consumare frutta e verdura di stagione. Sui banchi ortofrutticoli, nei supermercati, ma spesso anche presso i cari vecchi "fruttivendoli", troviamo una gran varietà di prodotti, ad un primo impatto visivo estremamente allettante, ed ecco che ci troviamo ad acquistare le fragole in novembre.
E qui voglio soffermarmi, consumare frutta e verdura di stagione, possibilmente non di importazione, garantirebbe un valore aggiunto non indifferente ai prodotti acquistati. Innanzitutto i prodotti locali, cosiddetti a Km zero costano meno e sono certamente più freschi, quindi il livello di sali minerali, e di vitamine, fibre e potassio e chi più ne ha più ne metta sarà tante volte maggiore quanto poche saranno le ore trascorse dalla raccolta.
Detto ciò vi voglio segnalare un sito nato da un progetto europeo, per incentivare l'utilizzo di questi preziosissimi cibi: www.fruitylife.eu qui troverete informazioni dettagliate sulle proprietà dei vari prodotti, qualche ricetta sfiziosa e molto altro ancora. Buona navigazione!

giovedì 14 novembre 2013

RISOTTO AL MELOGRANO

Siamo a novembre inoltrato e i primi freddi si alternano a giornate piacevolmente soleggiate, l'inverno è alle porte, le foglie cadono copiose dagli alberi, inondando le strade di splendidi colori autunnali, caldi e malinconici. Tra i vari frutti tipici di questo periodo dell'anno c'è il melograno.
Anche detto melagrana (dal latino mela con semi), questo frutto ha svariate proprietà benefiche, ricco di potassio, diuretico naturale, ha un effetto drenante, è un ottimo antiossidante in quanto ricco di flavonoidi, ed ha effetti benefici su intestino e apparato digerente più in generale. E' anche ricco di vitamina C, con proprietà antinfiammatorie e rinfrescanti.


Gli ingredienti per 4 persone:

  • 400 gr. di riso;
  • 1 litro scarso di brodo vegetale;
  • 2 melograni grandi;
  • burro per mantecare;
  • sale q.b.
  • pepe q.b.
  • mezzo scalogno;
  • 3 cucchiai di parmigiano;
  • 1 bicchiere di vino bianco;
  • olio d'oliva.

Sgranare i due melograni e mettere da parte una manciata abbondante di grani per la decorazione dei piatti, se volete un risotto "vellutato", la restante parte dei semi potete centrifugarli, raccogliendo il solo succo, oppure con l'ausilio di un colino spremerli, altrimenti potete utilizzarli così come si presentano.
Mettere un filo d'olio in una capiente padella, e soffriggere lo scalogno tritato finemente, dopo qualche minuto aggiungere il riso e tostarlo. Aggiungere il vino bianco, farlo evaporare a fiamma alta ed aggiungere il succo o i semi di melagrana, messi da parte precedentemente.
Ora pian piano aggiungere un mestolo di brodo vegetale caldo, e cuocere il riso lentamente.
A fine cottura, aggiungere una noce di burro, il parmigiano e mantecare.
Il vostro risotto è pronto! Impiattate e decorate a piacere.
Buon appetito!







lunedì 4 novembre 2013

L'IO ANIMALE

Molto del mondo animale ci è ancora sconosciuto, basti pensare al linguaggio delle balene,che desta
interesse e impegna decine di studiosi in tutto il mondo, me che rimane ancora uno dei più grandi ed affascinanti misteri.
Ma pian piano importanti passi avanti nella conoscenza degli esseri viventi diversi dall'uomo, si stanno facendo; uno su tutti è certamente la "Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza", stipulata nel 2012.
Questo documento suggella un momento topico per chi da sempre lotta per il rispetto dei diritti degli animali.

Un autorevole gruppo di scienziati con le più svariate specializzazioni in ambito neurologico, ha deliberato in merito al fatto che l'uomo non è l'unico essere vivente dotato di neocorteccia, cioè la parte del cervello che ospita le funzioni cognitive e di apprendimento quali il linguaggio, la memoria e le peculiarità rappresentate dallo sviluppo genetico.


I mammiferi: gli elefanti, i delfini, le scimmie etc. etc., non sono guidati solo dall'istinto; bensì gli etologi hanno dimostrato, per mezzo di lunghi periodi di osservazione, ricerca sul campo, ed esperimenti, che molti animali hanno una complessa vita sociale ed emotiva. Ad esempio nelle scimmie e nei delfini, ma non solo, si è osservato come le mamme non accettino la morte del proprio cucciolo, non riuscendo ad abbandonare il corpicino esanime.

Uno dei lati più sorprendenti dello studio sulle funzioni cognitive animali è stata la scoperta che anche gli uccelli, che non possiedono la neocorteccia ed il polpo, che hanno un percorso evolutivo diverso dal nostro, hanno coscienza di sé, comprendono quindi di essere individui diversi dagli altri.  
Le ghiandaie, ad esempio, nascondono sotterrando il cibo che raccolgono, ma se si rendono conto che un'altra ghiandaia ha visto e scoperto il nascondiglio, disotterrano e spostano il proprio "bottino".

Queste scoperte hanno richiesto una rivalutazione di numerosi preconcetti, come il fatto che gli animali siano guidati dal solo istinto.
Senza tralasciare inoltre, le importanti ripercussioni etiche e sociali che ci costringono a rivedere e ricalibrare anche il modo in cui consideriamo e trattiamo questi esseri viventi, che hanno lo stesso nostro cervello, meno complesso, ma che sono coscienti al pari dell'uomo.



martedì 29 ottobre 2013

Divorzio all'islamica in Viale Marconi


" Mi viene spontaneo chiedere: l'immigrazione non è in fin dei conti una forma di gioco d'azzardo?  Vincere tutto o perdere tutto? "
                       Amara Lakhous

                                                                                                                                                                                 




giovedì 24 ottobre 2013

FESTIVAL DEL TULIPANO

Ottobre è il mese che vide nascere una storica, coloratissima ed inebriante tradizione locale.
Nei primi anni '50 la Konynenburg & Mark, un'impresa olandese, dopo un fallimentare esperimento in Tunisia, approdò sulle piane del fiume Tevere a Monterotondo. Qui sperimentò con successo l'acclimatazione dei bulbi di tulipano che dopo la fioritura, verso marzo-aprile, venivano lasciati a riposo per poi essere trasferiti in Olanda a fine giugno e piantati in apposite serre, dove rifiorivano precocemente proponendosi così al mercato florovivaistico, con netto anticipo rispetto agli altri produttori.  
La prima piantumazione avvenne sulla proprietà di Giorgi Manforti, ad ottobre del 1951. Di lì a breve una miriade di gemme spuntarono creando un vero e proprio arcobaleno in terra. I fiori appena sbocciati venivano recisi e gettati nel fiume Tevere, l'effetto ottico era sorprendente, il fiume si trasformava in un soffice letto di petali in sinuoso, continuo movimento e i tiepidi raggi del sole primaverile, permettevano al profumo di librarsi nell'aria. 
L'idea di utilizzare il primo taglio dei tulipani per allestire carri folcloristici, iniziò a farsi strada nell'estate del 1953, quando Vittorio Alessandroni di ritorno dall'Olanda, dove aveva frequentato un corso di perfezionamento sulle tecniche colturali dei bulbi, raccontò al fratello Massimo detto "Marsichella" anch'egli assunto dalla Konynenburg, di aver visto dei meravigliosi carri floreali. Fu così che, dopo un paio di anni, i monterotondesi diedero vita alla prima edizione della Sagra del Tulipano.
Dopo aver chiesto ed ottenuto il nulla osta dell'azienda a poter utilizzare le teste di tulipano, che sarebbero comunque state gettate nel fiume, non rimaneva che individuare i personaggi con più carisma e competenze, che avrebbero organizzato, guidato e gestito il grande evento.
Furono chiamati in causa il prof. Franco Vanni che inaugurò la prima Pro Loco in Via Gramsci insieme al gruppo "Rieccoce Qua", con presidente Paolo Adoncecchi detto "Paolucciu".


Furono impiegati ben 4.000.000 di tulipani, il successo fu straripante e la manifestazione ebbe risonanza a livello nazionale.
Visti i risultati, gli anni a seguire, si andarono perfezionando le svariate tecniche e le competenze che occorrevano per la realizzazione dei carri: ebanisti, fabbri e maestri artigiani a vario titolo, ebbero modo di mettere in mostra le loro opere e mettersi in luce, di fronte ad un vastissimo pubblico entusiasta.
Il Festival del Tulipano fu di fondamentale importanza per l'economia di Monterotondo e zone limitrofe, l'indotto che generava la fiorente produzione di narcisi, iris e fiori da bulbo in genere diede un grandioso impulso alla nascita e alla crescita delle aziende del territorio.
Gli esperti locali furono talmente bravi, raggiungendo livelli ammirevoli nel perfezionamento della tecnica colturale dei tulipani che, verso la metà degli anni '70, i bulbi raggiunsero livelli di resistenza e produttività tali da permettere alla famiglia Konynenburg di riportare la produzione in Olanda, risparmiando notevolmente su costi di trasporto e gestione della merce.
Questo determinò seppure non immediatamente, un disinteresse diffuso da parte dei coltivatori locali, verso la coltura di questo fiore unico al mondo nella sua sorprendente beltà. Di conseguenza il Festival del Tulipano vide il suo declino e andò pian piano a scomparire, lasciando però nel cuore e nella mente dei carristi, dei partecipanti e degli anziani di oggi, indelebili ricordi all'insegna della felicità, della festa e della condivisione.

Un particolare ringraziamento va a Massimo Chiavistelli per gentile concessione del materiale fotografico e cartaceo.
Fonte: "Festival del Tulipano" editore Piero Leonardi; narratore Mauro Felici. 

domenica 13 ottobre 2013

ORTI URBANI

Sarà un tormentone destinato a finire nel dimenticatoio entro breve, oppure si sta radicando una mentalità "eco" nei cittadini del 2000? Sta di fatto che di orti urbani se ne sente parlare sempre più spesso e l'interesse generale sembra intensificarsi, in merito all'argomento; bene, anzi benone! Sì perché a parer mio, l'espandersi di questi progetti, che vedono rinascere aree urbane, spesso abbandonate, ha solo ed esclusivamente lati positivi. Uno tra tutti la convivialità, negli orti condominiali ci si può incontrare, scambiarsi idee, fare la conoscenza di persone che abitano nel nostro stesso stabile, ma che non abbiamo mai guardato negli occhi. Quanti di noi, presi dalla routine lavoro-casa-famiglia-lavoro incontrando il vicino della porta accanto al supermercato o alla posta a far la fila, non lo riconoscerebbero neanche? molti, credo. Quante saranno le volte che ci soffermiamo a fare due chiacchiere con il condomino, invece di salutarlo con un freddo e distratto buongiorno senza neanche alzare gli occhi da terra; poche volte, se non mai. La società moderna ci vede uomini e donne in carriera, gli anziani seduti ad un tavolino di un bar anonimo, o su una qualche panchina in strada, se non peggio parcheggiati sul divano, con l'unica compagnia auspicabile, la TV, mentre i bambini stanno incollati davanti ai videogames.Triste vero?
Deleterie abitudini hanno preso ormai il sopravvento, ma non disperate ...... una cura c'è! Gli orti urbani ovviamente. In molte città italiane associazioni locali, privati o pubbliche amministrazioni si sono già attivate, e sembra con ottimi risultati. La possibilità per chiunque lo desideri, di occuparsi di un piccolo appezzamento di  terra da coltivare è colta come una grande opportunità; infatti come dicevamo i pro sono svariati. Produrre localmente frutta e verdura da poter consumare in famiglia e non solo, la filiera è più che controllata: produttore e consumatore sono la medesima persona. Volendo l'eventuale surplus di produzione si può vendere, così si proporrebbe un prodotto a Km 0, che non avrà subìto sbalzi di temperatura nello spostamento tra celle frigo e container, un prodotto ovviamente biologico, chi di noi concimerebbe con prodotti chimici o tratterebbe con pesticidi alimenti destinati alla propria tavola. Inoltre la diversificazione nelle varietà coltivate, andrebbe in netto contrasto con lo sfruttamento intensivo delle mega coltivazioni gestite dalle multinazionali.
Riappropriarsi e rivivere in maniera attiva il proprio territorio, è un terzo elemento a favore di queste iniziative. Guardiamoci intorno, nel nostro quartiere, nella nostra zona, a due passi da casa quanti di noi noterebbero dei terreni totalmente abbandonati a se stessi? In ogni metropoli, ma anche nei centri meno urbanizzati, ci sono decine e decine di questi luoghi dove il degrado prende il sopravvento, i comuni troppo spesso non hanno liquidità sufficiente in cassa per bonificare queste aree, che diventano terreno fertile per  loschi affari, vere e proprie discariche a cielo aperto, in poche parole terra di nessuno. La pratica ortiva permette di riqualificare questi luoghi, di ridargli nuova vita, a costo praticamente zero per i comuni e con un guadagno incalcolabile a livello etico, e di virtuosità. Inoltre il fatto di non dover spender soldi per la manutenzione di un terreno, di cui si occuperebbero i coltivatori, non sarà un guadagno ma un risparmio certamente sì. Non vi ho ancora convinti ?!
Ho altre carte da giocare: l'impatto educativo, sarebbe infatti estremamente importante coinvolgere i bambini sin dalla più tenera età, rendendoli parte attiva nella coltura di piante, frutta e verdura. I nostri giovani crescono totalmente ignari delle caratteristiche e potenzialità del mondo contadino; al giorno d'oggi approcciare l'ambito agricolo con mentalità imprenditoriale e sfruttando le nuove tecnologie, può avere risvolti lavorativi inimmaginabili. Abbandoniamo lo stereotipo dell'agricoltore analfabeta, trasandato che si sveglia prima del canto del gallo per andare a zappar terra e badare al bestiame. Le mansioni restano ovviamente sempre le stesse, ma con gli strumenti ed i macchinari ultra moderni che il mercato offre, e la sapienza, le conoscenze dei nostri cari anziani il connubio è esplosivo! 

lunedì 30 settembre 2013

La bambina dalle mani sporche

             

 "..... la bellezza, per essere recepita, ha bisogno di un minimo grado di silenzio .... la bellezza è ormai da tempo scomparsa. E' scomparsa sotto la superficie del rumore - il rumore delle parole, il rumore delle automobili, il rumore della musica - in cui viviamo costantemente. E' sprofondata come Atlantide. Ne è rimasta solo la parola, il cui senso è di anno in anno meno comprensibile. "
                                                                                                 
                                                                                                           Giampaolo Pansa

                                                                                                                 

venerdì 13 settembre 2013

L' ERBA DEL VICINO E' SEMPRE PIU' VERDE...

Non per noi! Siamo ormai a Settembre inoltrato, il caldo torrido ce lo siamo lasciato alle spalle, l’afa è solo un vago ricordo, ed il sudore non bagna più la nostra fronte; bene, è ora di dedicarsi al prato!
E’ in questo periodo infatti  che il manto erboso necessita di particolari cure, per ritornare rigoglioso e splendidamente verde . Approfittiamo quindi delle prime brezze autunnali e rastrello in spalla, una delle prime cose da fare è la pulizia del prato, la cosiddetta scarificatura. Questo procedimento consiste nella eliminazione di tutti quei detriti ( fogliame, rametti, residui di tosature ) che a causa della secchezza estiva, si sono pian piano stratificati, non permettendo più la giusta traspirazione del terreno e compromettendo la salute delle radici e quindi la colorazione dell’erba.
Per i terreni più duri e meno drenanti è consigliabile effettuare anche la carotatura. Questo simpatico termine suggerisce un po’ il suo significato, lasciando immaginare l’azione da compiere; a me fa sempre venire in mente il cartone animato Bugs Bunny,  alla perenne, assennata ricerca di carote da sgraffignare. Ebbene la carotatura sta nell’ effettuare un certo numero di buchi nella terra, proprio come se avessimo raccolto un bel cesto di carote, riempiendoli  poi di sabbia che permette il giusto drenaggio dell’acqua, evitando i pericolosissimi ristagni.
In questo periodo dell’anno diciamo preautunnale, lo stato vegetativo delle piante riprende quasi i ritmi primaverili, è importante quindi ricominciare con i tagli più frequenti abbassando l’altezza del prato che non ha più bisogno di mantenere l’umidità come in estate.
A questo punto saranno più evidenti le parti secche e deturpate,  nessun problema per gli infaticabili pollici verdi, rimediamo con la trasemina! Molto semplicemente, zappettando le zone “bruciate” e  seminando con la stessa tipologia di erba o magari variando la semenza, per creare un po’ di giochi di colore grazie alle innumerevoli tonalità di verde, che caratterizzano le altrettante numerose tipologie di prato in commercio, a nostra disposizione.
Non disperate, siamo quasi al traguardo; ora è il momento di dare un fondamentale aiuto al prato, di nutrirlo con del concime. Anche in questo caso la scelta è vastissima e va personalizzata in base alle caratteristiche climatiche, alla tipologia di erba, alla esposizione più o meno soleggiata del prato stesso. In linea di massima un comune concime a base di azoto andrà più che bene.
Ed ora non resta che aprire i rubinetti e………. abbeverate gli assetati! O meglio non rimane che irrigare adeguatamente e, nell’arco di un paio di settimane vedrete il vostro giardino risplendere di nuova luce.

Che ne dite di invitare il vostro vicino a prendere un caffè ?

venerdì 23 agosto 2013

Baudelaire




 
   " Dio creò il mondo come una complessa e invisibile totalità, e in questa foresta di simboli, che è la natura, il suono suggerisce il colore e il colore una melodia, e i suoni e i colori possono tradurre le idee." 

giovedì 1 agosto 2013

Cronache di poveri amanti


" Sta' attento Maciste, perchè in un modo o nell'altro questa te la farò pagare ".
Maciste abbozza un sorriso, ironico. " Ho un capitale a tua disposizione ".

                                                                                     Vasco Pratolini


domenica 28 luglio 2013

ZANZARE, NON FATEVI PIZZICARE!

Le lampade antizanzara e folgoranti per insetti , che uccidono e frantumano qualsiasi cosa viva le tocchi, attirano gli insetti per poi cuocerli a puntino, emanando una terribile puzza di….. morte e diffondendo quella caratteristica melodia fatta di insopportabili e continue scosse elettriche, che diventerà il tormentone della vostra estate.  Le lampade inoltre è vero che sono micidiali per le zanzare, ma fanno strage di incantevoli e coloratissime farfalle,  oltre che di operose api, fondamentali per il nostro ecosistema e per la riproduzione di piante troppo spesso a rischio estinzione, etc, etc....
Quindi per evitare un inutile stillicidio di esseri viventi innocui, seguite questi semplici consigli ecosostenibili.

 Ovviamente la prima cosa da fare è attrezzare  finestre e porte-finestre con delle zanzariere, in commercio ormai ce n’è una vasta gamma sia economiche a metro, che non , c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
I ristagni d’acqua sono un vero focolaio per la riproduzione delle zanzare, evitare che si creino è un importantissimo accorgimento, ma per star sereni, può aiutare collocare delle monetine di 1, 2 centesimi di euro, che tra l’altro non molto amiamo, nei sottovasi delle piante che richiedono annaffiature frequenti ; il rame infatti è un repellente naturale.

Per gli spazi aperti bisogna ingegnarsi un po’ di più ma il risultato è ugualmente garantito! Ebbene, se avete un giardino, grande o piccolo non importa, nel momento in cui state progettando come dividerlo o comunque come gestire lo spazio a disposizione, siate lungimiranti e pensate a quale sarà il vostro luogo prediletto nella stagione estiva.

Una volta individuata l’area dove si presume collocherete un gazebo, un tavolo con poltroncine dove trascorrerete le serate in compagnia di amici o magari in tranquilla solitudine, nei dintorni piantate in vaso o in terra, delle piante di lavanda profumatissime per noi, ma odiose per le zanzare.
 Inoltre i gerani hanno lo stesso effetto, profumati e colorati doneranno una nota di colore al giardino, e ai vostri davanzali. Sono anche piante molto facili da gestire, anche chi non ha il cosiddetto “pollice verde” riuscirà facilmente a coltivarle. Anche la menta è un buon repellente, per non parlare della “sensazione” di freschezza che il suo inconfondibile aroma ci regalerà al minimo soffio di vento.
Come non menzionare la pianta di Citronella perenne e sempreverde, anch’essa semplicissima da coltivare,
utilizzata per candele e spray vari, grazie al suo caratteristico odore, sarà la più efficace allontana-punture.
Ora godetevi pure le vostre amate letture, la tintarella da giardino e la rinvigorente brezza serale in pace, ci sono delle fantastiche alleate a guardarvi le spalle, e.... le caviglie!
A presto!


mercoledì 24 luglio 2013

Il sogno Cattivo


"Questo momento statico, apparentemente neutro, è carico di energia. Un' energia scatenata dall' immobilità.
Perchè è da fermi che il pensiero agisce con più forza, liberato dagli orpelli dell' azione..."  
                                                         

                                                       Francesca D' Aloja

martedì 23 luglio 2013

Voce inimitabile, la risata finale poi......GRANDE JANIS.


In viaggio con "fido"...

E' tempo di vacanze, non penserete mica di lasciare il vostro fidato amico a quattro zampe in città, mentre voi vi godete le meritate ferie!?!  
Bisogna pensare al periodo vacanziero come una opportunità per approfondire la conoscenza del nostro cucciolo, per dedicargli qualche ora di gioco, così difficile da trovare nel tram tram quotidiano. 
Vedrete che chi ne trarrà giovamento sarete più voi stessi che non il vostro cane, il quale si sa vi adora al di sopra di qualunque cosa, a prescindere dal tempo che gli dedicate.

Ebbene sappiate che, a differenza di credenze popolari o falsi miti, che dir si voglia, NON è vietato dalla legge trasportare un animale domestico sul sedile posteriore della propria auto, l'importante è che non sia più di uno. 

L'art. 169 del codice della strada è abbastanza chiaro in merito, l'essenziale è che il conducente possa effettuare le manovre senza impedimento alcuno, e che se si trasporta più di un passeggero a quattro zampe, è obbligatorio che ci sia una rete protettiva (approvata dagli uffici della ex motorizzazione, se si tratta di un ausilio permanente), in alternativa si devono trasportare in apposita gabbia o contenitore.

Ovviamente, bisogna attrezzarsi portando dell'acqua e facendo delle soste abbastanza frequenti per gli inevitabili bisogni fisiologici e per sgranchirsi gli arti, ma questo, vale anche per voi !


Abituare il vostro amico, a viaggiare in auto sin da cucciolo è importante sia per voi che per lui, avrete così modo e tempo, di insegnargli la giusta postura da tenere, e cioè accucciato, a non abbaiare a qualsiasi cosa animata e non che vede passare al di fuori del finestrino, in generale a non distrarvi dalla guida ! 



Negli ultimi tempi, è entrato nel mercato un comodo ausilio da utilizzare per garantire la sicurezza del cane in auto: presso i rivenditori specializzati e più forniti, potete acquistare dei guinzagli-pettorina da poter assicurare alla cintura di sicurezza, di modo che, in caso fortuito di incidente o frenata violenta e improvvisa, fido non si catapulti chissà dove, salvando così la sua incolumità e anche quella del padrone.

Abituando gradualmente e sin da piccolo il cane a viaggiare con voi in, potrete inoltre scoprire se soffre di mal d'auto o meno, nel caso l'animale dovesse mostrare segni di sofferenza, il vostro veterinario saprà certamente consigliarvi la soluzione idonea, mi raccomando, non improvvisate mai le dosi di eventuali farmaci o sostanze omeopatiche da somministrare al cucciolo! Bisogna sempre tener presente il peso, l'età ed altre variabili che solo il vostro veterinario di fiducia, che conosce il vostro amico saprà indicarvi.

In generale credo che basti tener sempre presente che i cani sono esseri viventi, e proprio come noi soffrono, gioiscono, e .... sono anche permalosi ! Trattateli sempre con rispetto.

p. s. Vi presento il mio fido Jago; come vedete, altro che mal d'auto!

venerdì 19 luglio 2013

OSPITI INDESIDERATE

A chi di voi non è mai capitato di aprire la dispensa dove mettete lo zucchero, i frollini per la colazione, il miele.....e trovarvi davanti agli occhi, ancora un po' assonnati magari, ma pur sempre aperti, un vero e proprio cantiere: mollichine che camminano ordinatamente in fila indiana, seguite da granelli di zucchero che, come un esercito obbediente, si dirigono verso destinazioni ignote.

No, non state ancora dormendo, e questo non è uno strano sogno, sono semplicemente approdate le formiche nei punti più strategici della vostra cucina.
Infatti è proprio in questo periodo dell'anno che milioni di colonie di formiche, vanno alla forsennata ricerca di provviste per poter sopravvivere alla stagione invernale, periodo in cui questi instancabili insetti restano rintanati nei formicai, in attesa della bella stagione.

Ebbene per riprendere possesso dei vostri biscotti preferiti, e togliere il miele dalle grinfie di questi animaletti tanto piccoli quanto instancabili, ci sono alcuni rimedi naturali che vi permetteranno di raggiungere lo scopo prefissato, senza però dover ricorrere all'utilizzo di veleni sottoforma di bombolette spray, indubbiamente efficaci, ma deleteri e molto pericolosi per la nostra salute e per quella del preziosissimo ecosistema, già messo a dura prova.

Le formiche non sopportano alcuni odori / sapori di alimenti perlopiù sempre presenti in casa; ecco un paio di esempi: 

LIMONE - preparate una miscela di succo di limone e aceto e pulite accuratamente le zone infestate, le sgradite ospiti non solo non torneranno, ma avrete anche ben disinfettato.

CAFFE' - vanno bene sia i chicchi, sia macinato, distribuitene un po' sulla superficie interessata, e le formiche se la daranno a.... zampette levate!
Il caffè è ottimo anche per allontanare le colonie troppo invadenti da vasi e giardino, basterà spargere la posa qua e la' e potrete cantare vittoria!

Ciao a tutti!


Oggi inizia la mia avventura da blogger, le idee che ho in mente sono tante ed ho voglia di condividerle con chiunque abbia voglia di venire a "trovarmi" tra queste pagine.

Ovviamente il titolo suggerisce un po' quello che sarà il tema centrale: la natura con i suoi meravigliosi colori, con la sua bellezza, la forza degli elementi....

Vi parlerò degli animali, altro tema che adoro, e di come a parer mio, si possa condividere lo spazio equamente rispettando noi stessi, gli altri e tutti gli esseri viventi che insieme a noi vivono su questo splendido pianeta Terra.
Ops... forse sto già sproloquiando....   :-)
seguitemi!