Molto del mondo animale ci è ancora sconosciuto, basti pensare al linguaggio delle balene,che desta
interesse e impegna decine di studiosi in tutto il mondo, me che rimane ancora uno dei più grandi ed affascinanti misteri.
Ma pian piano importanti passi avanti nella conoscenza degli esseri viventi diversi dall'uomo, si stanno facendo; uno su tutti è certamente la "Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza", stipulata nel 2012.
Questo documento suggella un momento topico per chi da sempre lotta per il rispetto dei diritti degli animali.
Un autorevole gruppo di scienziati con le più svariate specializzazioni in ambito neurologico, ha deliberato in merito al fatto che l'uomo non è l'unico essere vivente dotato di neocorteccia, cioè la parte del cervello che ospita le funzioni cognitive e di apprendimento quali il linguaggio, la memoria e le peculiarità rappresentate dallo sviluppo genetico.
I mammiferi: gli elefanti, i delfini, le scimmie etc. etc., non sono guidati solo dall'istinto; bensì gli etologi hanno dimostrato, per mezzo di lunghi periodi di osservazione, ricerca sul campo, ed esperimenti, che molti animali hanno una complessa vita sociale ed emotiva. Ad esempio nelle scimmie e nei delfini, ma non solo, si è osservato come le mamme non accettino la morte del proprio cucciolo, non riuscendo ad abbandonare il corpicino esanime.
Uno dei lati più sorprendenti dello studio sulle funzioni cognitive animali è stata la scoperta che anche gli uccelli, che non possiedono la neocorteccia ed il polpo, che hanno un percorso evolutivo diverso dal nostro, hanno coscienza di sé, comprendono quindi di essere individui diversi dagli altri.
Le ghiandaie, ad esempio, nascondono sotterrando il cibo che raccolgono, ma se si rendono conto che un'altra ghiandaia ha visto e scoperto il nascondiglio, disotterrano e spostano il proprio "bottino".
Queste scoperte hanno richiesto una rivalutazione di numerosi preconcetti, come il fatto che gli animali siano guidati dal solo istinto.
Senza tralasciare inoltre, le importanti ripercussioni etiche e sociali che ci costringono a rivedere e ricalibrare anche il modo in cui consideriamo e trattiamo questi esseri viventi, che hanno lo stesso nostro cervello, meno complesso, ma che sono coscienti al pari dell'uomo.